Come si accennava, il disegno
iniziale posto all’inizio dell’apertura del VII Capitolo dell'Apocalisse
raffigura l'incipit del Capitolo stesso, laddove esso recita: "e poi vidi quattro angeli ritti sui quattro
angoli della terra"; questa è la prima informazione visiva del VII
Capitolo che viene subito rappresentata nel Beato Facundus . Il Beato de
Liebana in generale rappresenta la Terra come un territorio circondato da acque
marine, dal blu intenso degli oceani, secondo la visione geografica del tempo,
ossia di una terra emersa piatta contornata da oceani immensi e profondissimi.
Nel foglio originale (a sinistra nella foto sopra) gli angeli sono rappresentati in giallo ma senza ali; la
stessa impostazione è stata mantenuta nel manoscritto del Beato de
Liebana Tarnoviensis (a destra); tuttavia, in quest'ultimo pur mantenendo il colore
giallo degli angeli ai quattro lati della terra (Figura 2), con le ombreggiature dei panni
in inchiostro rosso, si è optato per dare l'aureola dorata invece di un'aureola
colorata come nell'originale (2 rosse e 2 nere). Anche la rappresentazione del vento (figura 3) è stata mantenuta inalterata tra le due versioni, salvo l'utilizzo del color argento vivo nel Beato Tarnoviensis.
Figura 2. Angelo al lato della Terra che trattiene il vento
Beato Tarnoviensis XXI Secolo
I quattro angeli hanno il compito, secondo San Giovanni, di trattenere i venti: per questa ragione gli angeli sembrano come prenderli in mano per fermarli, "affinchè non soffiasse vento sulla terra nè sul mare nè su albero alcuno". In effetti, gli alberi stilizzati, soprattutto quelli in basso sembrano immobili, cosi' come gli oceani non sono in burrasca.
Anche la
rappresentazione dell'oceano è stata resa in maniera differente nel Ms
Tarnoviensis laddove i pesci sono stati dipinti in un brillante color oro
chiaro (Figura nr. 3) per dare risalto agli stessi, mentre nell'originale essi appaiono appena
percettibili e forse frutto di un'aggiunta posteriore, ove si è inteso
dipingerli con un contorno bianco appena accennato, mentre il corpo è rimasto
del blu oceano.
Figura 3. I pesci nell'Oceano
Beato Tarnoviensis XXI Secolo
Prosegue poi
l'Apocalisse nella sua descrizione della visione di San Giovanni: "poi
vidi un altro angelo salire dall'oriente col sigillo del Dio vivente"; nel
foglio originale (e nel Beato Tarnoviensis) il quinto angelo della visione appare
in alto, rispetto al lettore (figura 3). E' necessario specificare come questo foglio
possa - in prima analisi - sembrare leggibile anche capovolgendolo. Trattasi di
un errore: questa impressione è data dai 4 angeli agli angoli che appaiono con
le teste rivolte verso il centro della figura, mentre tutte le altre figure,
invece indicano al lettore il verso corretto di lettura, in quanto le loro
teste sono rivolte tutte verso lo stesso lato; individuato dunque il verso di
osservazione del foglio, è importante notare che il quinto angelo (Figura 4) che proviene
da Oriente sia posto in alto dunque nel foglio; ciò non deve stupire
l'osservatore moderno. Nel Medioevo l'Oriente, soprattutto nella visione
cristiana rappresentava il punto Cardinale più importante (ed infatti le chiese
erano costruite con l'apertura verso Oriente, poichè si riteneva che il
Cristo Redentore sarebbe tornato sulla Terra per la sua seconda ed ultima
venuta, progredendo da Oriente (come il Sole che sorge) e dunque anche la
preghiera andava rivolta ad Oriente. Questa importanza viene manifestata nel
dipinto ponendo l'Oriente in alto. Dunque, questo permette di individuare i
quattro punti Cardinali del foglio: in alto Est, a destra il Sud, in basso
l'Occidente, ed infine a sinistra il Nord.
La
rappresentazione dell’Oriente viene manifestata dalla rappresentazione del
quinto angelo cavalcante il sole, rappresentato come una sfera rossa, con
raggi, in campo nero (che rappresenta la notte); è curioso che il sole venga
già rappresentato come una stella, seppur al tempo questo concetto non fosse
affatto acquisito; che sia il sole, appare per altro incontrovertibile dal
testo originale greco che recita "Και ειδον αλλον
αγγελον αναβαινοντα απο ανατολης ηλιου", ossia letteralmente “e vidi un angelo salente dal sorgere del sole”, ossia appunto l’Oriente, indicato nel testo originale come "il sorgere del sole". Gli alberi
posti ai lati del sole manifestano semplicemente la calma totale del vento per
effetto degli angeli.
Il quinto
angelo è rappresentato in questo caso – ed in contrasto con gli altri quattro
posti ai quattro angoli del mondo - con
le ali spiegate in volo; nel manoscritto
originale questo angelo ha le ali dipinte in color rosso ed il manto blu,
colori tipici della Divinità.
Figura 4. Il quinto Angelo cavalcante il sole che sorge
Beato Tarnoviensis XXI Secolo
Anche il Beato Tarnoviensis ha mantenuto gli
stessi colori (seppur il blu sia stato sfumato in un celeste, acqua marina per
consentire un miglior effetto delle ombreggiature dorate); la differenza tra i
due manoscritti si è invece accentuata nelle linee delle ali dell'angelo,
laddove il Beato Tarnoviensis ha inteso utilizzare il color oro scuro in segno di
Divinità. Ulteriore ed importante differenza tra i due manoscritti è il colore
dell'aureola dell'angelo che nuovamente nel manoscritto del XXI Secolo è stata
rappresentata in colo oro, invece dell'originale nero, alquanto povero.
L'Apocalisse aggiunge quindi che questo angelo tiene in mano il Sigillo del Dio
Vivente ("signum Dei Vivi"); questo sigillo viene rappresentato da una
lunga asta che regge una Croce dorata, in entrambi i manoscritti. Con questo
sigillo – meglio ancora “segno” si indica una croce appunto impressa su un oggetto od anche su un uomo, quale segno di
appartenenza alla Cristianità. Lo stampo del sigillo, dunque, vuol indicare che
gli eletti sono proprietà di Dio, posti sotto la sua efficace protezione. A
questo sigillo di Dio si contrappone la cicatrice che gli adoratori della Bestia
portano sulla fronte e sulla mano destra.
Lo stampo del Sigillo ha un precedente in Ezechiele 9,1 ss., dove si legge
che gli angeli sterminatori devono, per ordine di Dio, risparmiare gli uomini
pii, sulla fronte dei quali è stato scritto da un angelo il segno della lettera
A. Il sigillo divino non vuole però proteggere i fedeli dai mali fisici e non
intende nemmeno essere una difesa dalle persecuzioni e dal martirio; lo stampo
del Sigillo non può nemmeno aver lo scopo di preservare i cristiani dalla
caduta. Ad essi, dunque, non sarà risparmiata la prova della fede. Il sigillo così apposto, dunque, significa solo che, quando le forze
umane verranno meno, Dio darà ai
suoi servi fedeli un’energia soprannaturale perché perseverino sino alla morte;
esso varrà in pari tempo a
preservarli dal giudizio punitivo che colpirà i malvagi.
La funzione
del Sigillo del Dio Vivente portata dall’angelo viene subito spiegata
dall’Apocalisse: il quinto angelo ordina (e quindi è superiore in rango agli
altri quattro e per questo rappresentato con i colori divini) agli altri angeli
di trattenere i venti fintantoché egli non avrà – appunto – segnato i giusti
sulla loro fronte, riprendendo di fatto quanto Ezechiele aveva detto.
Le figure rappresentate su due diversi livelli rappresentano le popolazioni di giusti (visti che hanno l'aureola, ossia di Santi) abitanti - o che avranno abitato alla Fine del Tempo l'Oriente (e dunque posizionate più verso il sole che sorge, ossia in alto nel manoscritto) e l'Occidente (in basso, Figura nr. 5).
Figura nr. 5. I popoli di Santi dell'Occidente
Beato Tarnoviensis XXI Secolo
La rappresentazione di questo numero
nel manoscritto originale e nella sua successiva versione del Beato Tarnoviensis è
rappresentata da 31 individui, tutti con aureola (ad indicare, come detto, che sono tutti
dei “giusti”); nel Beato de Liebana Facundus queste aureole hanno diversi colori:
arancione, viola, nero e blu, mentre nel Beato Tarnoviensis sono rappresentate in
color oro scuro e chiaro alternato.
L’utilizzo
dell’oro e dell’argento nel Beato Tarnoviensis è in effetti una caratteristica non
presente nei Beati medievali (a parte un esemplare) e rappresenta tuttavia
l’evoluzione degli stessi e la loro nuova interpretazione artistica.
Nel dettaglio, le figure
sono disposte su due righe; la prima, come detto, più vicina al quinto angelo composta di 14
elementi di cui 6 in seconda fila ed 8 in prima fila, mentre la seconda riga (figura 4),
verso occidente (ossia verso il basso per il lettore) è composta da 17
personaggi di cui 11 in prima fila e 6 in seconda fila. I numeri dei personaggi
sembrano essere abbastanza casuali, dovuti più alla necessità di occupare lo
spazio, piuttosto che dare un significato. Nel manoscritto più antico si usano
come colori il giallo, il blu, il viola, il rosso; nel manoscritto più recente
si sono utilizzati quasi i medesimi colori (rosso, giallo, arancione, azzurro,
nero, mattone, turchese) ma in tonalità più accesa e come al solito si è
sostituito alle sfumature realizzate in inchiostro o color bianco, l’ombreggiatura
in oro.
Infine, da
notare ancora come vengano rappresentati in entrambi i manoscritti tre diversi
tipi di alberi: al centro le palme, ad oriente l’uva e ad occidente alberi di
alto fusto (rispettivamente Figura nr. 6, 7 e 8).
Figura n.6. Foglie di palme.
Beato Tarnoviensis XXI Secolo
Figura nr. 7. Tralcio d'uva
Beato Tarnoviensis XXI Secolo
Figura n.8. Alberi ad alto fusto.
Beato Tarnoviensis XXI Secolo
Da ultimo
occorre analizzare i colori dello sfondo dei due manoscritti. Nel Beato Facundus le fasce in cui è suddiviso lo spazio sono 5, rispettivamente dipinti in nero,
ocra, rosso aranciato, viola e rosso aranciato; Nel Beato Tarnoviensis sono sempre
5 spazi ma è stato eliminato l’ocra per rendere di maggior contrasto il giallo
e creare degli spazi più speculari con la successione del nero e poi viola rosso/aranciato
e di nuovo viola e rosso/aranciato. E’ importante sottolineare come la scelta
degli sfondi sia volutamente priva di corrispondenti nella realtà visiva: si
parla a questo proposito di “astrazione
dello spazio ad opera del colore”; gli sfondi orizzontali sgargianti
servono per porre in risalto le immagini su di essi dipinte, in modo da
attrarre l’attenzione su di esse e sul loro intimo significato religioso e non
sull’aspetto artistico.
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