mercoledì 29 aprile 2020

Apocalisse Libro VII: Agnus Dei et Bestia - La creazione di un foglio

Uno degli elementi che sicuramente manca - per ovvie ragioni - nella possibilità di analisi degli antichi codici miniati o illuminati e quindi anche dei vari Beati che si sono succeduti è la visione di come i singoli fogli siano nati, ossia dalla pagina bianca e vuota fino alla opera finale.

Questo aspetto mi ha sempre affascinato e l'odierna tecnologia permetter di seguire l'Autore passo a passo nei suoi dubbi e nel suo percorso. Per dare quindi un esempio ho scelto la pagina che attualmente è in corso di realizzazione, ossia una parte del Commentario (Libro IV) del Beato de Liebana, relativo al Capitolo VII dell'Apocalisse; 

Partiamo dall'idea di base: uno degli elementi meno osservati da parte degli amanti dei manoscritti è rappresentato dalle pagine fittemente scritte a mano, con calligrafia difficilmente intellegibile. Anche i vari Beati, visti i loro lunghi commenti,  presentano pagine scritte senza figure; oggi lo studioso tralascia questi testi e la loro stupenda grafia visigotica e si concentra solo sul centinaio di dipinti circa che decorano i vari manoscritti (in realtà poi focalizzando su alcune rappresentazioni artisticamente più interessanti.

L'idea dell'Autore è stata quindi quella di decorare in modo assiduo anche il testo del commento, lasciando al massimo un solo foglio interamente scritto (ma possibilmente decorandolo con lettere maiuscole miniate in stile ottoniano o mozarabico) e decorando le restanti, anche laddove i vari Beati nulla rappresentano. Questo è in effetti un sviluppo dall'originale ma non un suo stravolgimento perchè l'Autore ha fortemente rispettato i canoni interpretativi dell'arte mozarabica.

La pagina che mostro rappresenta un bell'esempio di questa evoluzione artistica, rappresentando un unicum originale all'interno dei Beati, pur seguendo i dettami artistici.

In particolare, ad un certo punto del commento sul Libro VII dell'Apocalisse il Beato (originale) nel proprio testo fa cenno alla Bestia in contrapposizione con l'Agnello di Dio, che altri non è che Gesù nella sua rappresentazione di fonte di espiazione dei peccati del mondo.

In un primo tempo l'Autore del Beato Tarnoviensis aveva quindi inteso rappresentare unicamente la Bestia, cosi' come descritta nell'Apocalisse, ossia con sette teste (di leone) e 10 corna, ognuna sormontata con dieci corone d'oro, il corpo da leopardo ed i piedi da toro (Figura 1).

Figura 1. Bozza di disegno della Bestia e dell'Agnus Dei


Beato Tarnoviensis XXI Secolo


Tuttavia, una volta disegnata la Bestia, restava un grande spazio vuoto sulla sinistra. Tra l'altro, secondo uno dei principi esoterici più noti la rappresentazione di una figura, assume forza e potenza per il solo fatto di essere rappresentata. Che uno ci creda o meno, l'Autore ha ritenuto per motivi artistici e - per che no - anche di compensazione di Forze mistiche di contrapporre alla Bestia il suo Vincitore, ossia l'Agnus Dei, disegnato apposta in alto.


Una volta quindi disegnate le figure si è proceduto, con tecnica particolare, all'invecchiamento del foglio stesso, con il seguente risultato. (Figura 2)

Figura 2. Bozza invecchiata della Bestia e dell'Agnus Dei


Beato Tarnoviensis XXI Secolo

Come detto, questa rappresentazione non esiste nei diversi Beati che ci sono giunti a noi, pur tuttavia questa immagine deve essere debitamente inserita nel filone dei Beati. In particolare, l'Autore nel dipingere il Beato Tarnoviensis si è ispirato al Beato Facundus ed al Beato di Silos; se il primo in effetti rappresenta la migliore espressione artistica dei vari Beati, il secondo, su alcuni disegni lo supera per vivacità e capacità di trasmettere sensazioni al lettore del manoscritto.
Questa figura originale si ispira quindi al Beato di Silos ed in particolare alla Bestia in esso rappresentata (Figura 3)

Figura 3. La Bestia degli Abissi e l'Arca dell'Alleanza
Beato de Silos XII Secolo


Come evidente, il corpo della Bestia nel Beato Tarnoviensis corrisponde al corpo della Bestia degli Abissi del Beato di Silos, cosi' come la testa; l'evoluzione e sviluppo artistico consiste tuttavia nel aver creato, da questa immagine una figura a sette teste, con  dieci corna ed avendo aggiunto intorno alle  dieci corna le dieci diademi, che rappresentano i regni della Terra e che non erano presenti nel Beato di Silos. Queste corone d'oro sono rappresentate in realtà da anelli di una catena, ad indicare come le cose terrene, anche le più prestigiose, quali la corona di un regno, rappresentino una catena che imprigiona l'anima per ascendere a Dio. Giovanni dice che la Bestia ascende dal mare o dagli abissi. Ecco dunque che mentre nella rappresentazione del Beato di Silos non vi è rappresentato il mare, nel Beato Tarnoviensis l'Autore ha riprodotto il mare. Anche in questo caso, si è attenuto a canoni stilistici mozarabici ed a inserito alcuni pesci, identici nella forma a quelli posti nel mare introno alla terra nel foglio iniziale del VII Capitolo, analizzato in un post precedente; 'Agnus Dei è stato semplicemente riportato dalla figura di Esso presente nel Beato Facundus, al foglio che rappresentata i 144.000 giusti in adorazione dell'Agnello stesso.
Da ultimo, tenuto conto che la Besti bestemmia, l'Autore del Beato Tarnoviensis ha apposto sulla testa rivolta verso l'Agnello una lingua doppia che rappresenta la blasfemia verso Dio.

Una volta quindi impostato l'impianto spaziale ed iconologico del foglio, l'Autore ha affrontato l'aspetto più prettamente artistico, ossia la colorazione del foglio. In questo caso, nella scelta dei colori si è ispirato alla Bestia del Beato Facundus, laddove la dipinge nera con gli occhi rossi, pieni di rabbia. Questo ha quindi portato ad una modifica dei colori rispetto all'orignale (Figura 4) 


Figura 4. Colorazione della testa della Bestia 


Beato Tarnoviensis XXI Secolo

La testa di leone (che in effetti anche nell'originale, poco assomiglia a questo felino, ma l'intendo dell'Autore del Beato di Silos non era quello didascalico sotto un profilo naturalistico) è stata rappresentata in nero, con la criniera rossa ed il sotto criniera oro, perchè la Bestia in effetti corrompe l'Uomo con il miraggio delle ricchezza terrene. L'Autore in un primo tempo aveva colorato le corna di viola, m a l'effetto era troppo bizzarro. Velocemente le stesse sono state ridipinte con un più appropriato color bronzo. 
La scelta dello sfondo è stata fatta - sempre seguendo i canoni dei Beati del Medioevo con due fasce bicolori (giallo e viola) sopra gli abissi. (Figura 5)

Figura 5. Particolare. Colorazione dello sfondo e testo 
Beato Tarnoviensis XXI Secolo 

La Figura 5 rammostra anche il testo in scrittura visigotica che è stata disposta su colonne più larghe di quella abituale, in modo da rendere più armonioso l'effetto. I pesci sono stati colorati, ma diversamente dai loro campioni rappresentati nell'oceano intorno al mondo del mio precedente posto. In questo caso, essi sono pesci degli abissi da cui sorge la Bestia ed essi dunque - come Questa - hanno la testa rossa e l'occhio spento e morto e rappresentato in nero, esattamente come la pupilla delle Bestia. 
L'Autore ha proceduto quindi a dipingere il corpo di un lucente e smaltato celeste marino, maculato di oro (Figura 6); terminata la colorazione della Bestia, si è proceduto con l'Agnus Dei. Ovviamente la sfera entro cui è contenuto è stata mantenuta rossa, come il sangue che appunto l'Agnello di Dio ha versato per lumanit, aggiungendo un lieve primo bordo dorato. (Figura 7)

Figura 6.  Colorazione del corpo della Bestia 
Beato Tarnoviensis XXI Secolo 



Figura 7.  Colorazione dello sfondo dell'Agnus Dei 
Beato Tarnoviensis XXI Secolo 


Nella immagine successiva (Figura 8) la rappresentazione dell'insieme è completa con la colorazione dell'Agnus Dei, la colorazione dello sfondo con delle piccole croci costituite da tre puntini orizzonatli e due inverticale (secondo uno stile traslato dal Beato di Silos) e con la scritta sopra le sette teste della Bestia dei "nomina blasphefiae", che sono intesi come gli appellativi degli Imperatori romani e del potere temporale in genere: essi sono (in ordine orario. partendo dalla testa con la lingua) REX, CAESAR. IMPERATOR, DIVINUS, BASILEUS, PRINCEPS, AUGUSTUS.  
Chiude infine la rappresentazione una sottile cornice rossa puntinata d'oro.

Figura 8.  Agnus Dei et Bestia ex Abyssis
Beato Tarnoviensis XXI Secolo 
















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